lunedì, maggio 21, 2007

du ruot is megl che quatr



finalmente un bel weekend all'insegna delle due ruote!
Nella mia personale scala del divertimento 4 ruote sono decisamente troppe, assolutamente meglio 2, con o senza motore, dipende dalle sensazioni del momento. Come da programma sabato escursioncina in MTB sul Monte Canto e domenica giro in moto con il gruppo di un mio amico della palestra.
Sabato sveglia relativamente presto, breve check su cosa portarsi dietro e veloce controllo tecnico al mezzo: una Kona Dawg Deluxe mod 2005. il check più elaborato del previsto, non si trovano alcune cose visto il tempo, troppo, che non riesco ad organizzarmi un bel giretto, anche perchè il mio compagno di uscite si è accasato rendendosi irreperibile per queste e molte altre attività, e uscire in bici da solo a volte è un pò svogliante, oltre che rischioso.
Il Monte Canto in realtà è più che altro una collina che sorge a pochi km da casa mia, che delimita il confine settentrionale della cosiddetta Isola Bergamasca.
Si parte, qualche kilometro di trasferimento fino a Mapello alle pendici del canto pr salire dalla via dei colli, e, delusionissima, scoprire che è stata asfaltata ma con soddisfazione personale vedere anche un cartello indicare la salita al 15%.
Certo l'asfalto rovina un pò l'atmosfera di trovarsi nel bosco, sentire i cinguetii intorno, il vento soffiare tra le foglie, salgo salgo, relativamente bene, andare in palestra e il calcetto fanno bene al fiato meno alle gambe... raggiungo la cappella degli alpini e decido di salire pr poi scendere a Pontida, una bella discesa tecnica dopo un pò di singletrack a mezza costa. E in questo tratto si vede quanto sono fuori forma, reattività delle gambe zero, mentre in discesa tra rocce e curve me la cavicchio senza grossi problemi. Si riprova lo scorrere dell' adrenalina, del rischio.
Arrivato a Pontida si ri-iniza la salita verso la cima, circa 3 km a testa bassa e pedalare, strada bianca relativamente larga e senza pendenze esagerate. Nonostante lo scarso allenamento arrivo in cima abbastanza sciolto... pronto ad affrontare la discesa ed il ritorno a casa...
se non che ad una curva, nemmeno troppo difficile, entro troppo veloce e... bum …finisco a terra... all'interno della curva contro il selciato che caratterizza la strada dei frati da fontanella alla cima, "fortunatamente" mi sono accorto di aver perso il controllo attutendo l'atterraggio con le mani senza sbattere la testa protetta in ogni caso dal casco. mi rialzo subito, prima che il dolore arrivi, quando sembra ancora tutto a posto, ma serve poco perchè inizio a sentire dolori e bruciature sparse alla gamba sinistra, quella che ha battutto per terra e per scoprire che il freno posteriore è morto... che fare? gamba ammaccata, ma il dolore più grosso è nell'orgoglio, cadere in un punto così idiota e bici senza freno...
scendo piano fin all'abbazia di Fontanelle e poi decidere il da farsi... provo a scende anche sull'asfalto, a il freno anteriore da solo non regge le pendenze e il disco inizia a vibrare, mi fermo e telefono casa, per farmi venire a prendere.




Domenica mattina invece è il turno delle due ruote motorizzate, ritrovo al bar della ragazza del mio amico e via. certo all'inizio mi ha fatto un pò impressione con la mia moto, la suzuki GS 500 in mezzo a tutti Monster e addirittura due Brutale, soprattutto pensando alla velocità e alla difficoltà nel stargli dietro. Cosa che si è avverata regolarmente. Si parte per Clanezzo per la vecchia strada della val Brembana, poi su per la val Serina, Algua per poi salire ad oltre il colle, Zambla, da lì scendere in val Seriana e prendere per la val rossa fino a Entratico e nel ritorno deviazione per il passo del Gallo e ritorno a casa in tempo per pranzo e MotoGp. (Son contento abbia vinto la Suzuki, oltre ad essere un suzukista, più marche vincono, più trovo interessante il MotoGp)

MTB e moto da strada, così diverse ma entrambe affascinanti. Intanto in comune alle due c'è il senso di appartenenza ad un club anche senza conoscersi, soprattutto tra motociclisti, ci si incontra per i boschi o sulla strada, e ci si saluta, non sai chi è, non lo vedrai mai più, ma sai che in qualcosa è come te...

Personalmente li trovo due mondi diversi da vivere, se mentre nella MTB cerco sia la soddisfazione della salita, l'arrivare in cima la discesa e il divertimento come premio, l'adrenalina nel cercare di controllare il mezzo, un mezzo che diventa veramente un'estensione del tuo corpo, nella moto da strada cerco più la libertà, il poter viaggiare senza limiti, anche senza dover raggiungere alte velocità, ma solo andare e arrivare dove si ha voglia nel tempo che vuoi metterci...

PS:
la canzone ideale sarebbe stata naturalmente "Born to be Wild" ma era già stata usata qua.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ho vissuto un brevissimo periodo della mia vita, millemila anni fa, in cui azzardavo a definirmi "motociclista", e quindi il tuo post mi ha fatto venire un po' di nostalgia... Contagiato dall'amico del cuore di allora, che aveva un Guzzi 3V mi pare... (io poi, in realtà, di moto non ci ho mai capito nulla...), dopo aver girato un po' l'italia in moto con lui, esaltatissimo mi comprai un Ducati Scrambler "tre-e-mezzo", usatissimo, e cominciai a usarlo entrando un pochino nell'ottica dei veri motociclisti. Era bello, molto!, girare in moto e mi piaceva. Ma quando la moto si ruppe, vivendo in precarietà e non avendo denaro da dedicarle, mollai tutto. Ogni tanto mi viene ancora in mente la mia Ducati Scrambler, rossa e argento...
- Poti -