Ho un rapporto complesso col pallone. Sono italiano cresciuto sportivamente, quindi il calcio mi ha segnato da subito.
Per farla breve, però, potrei semplicemente dire che adoro febbre a 90°, ma, nonostante le accuse di eresia, preferisco il film al libro.
Oppure che in questo momento sta giocando l'Italia in amichevole contro la Francia e io sono qua a scrivere al computer. Chiaro no? Del calcio non me ne frega niente, direte voi. Ebbene non proprio, rispondo io!
Come dicevo sono nato in Italia, quindi averci a che fare col calcio fin da bambino è nella norma, e in questo caso no me ne sono staccato, iniziando a giocare a calcio, prima di dedicarmi ad altri sport. Ma regolarmente la partitella tra amici era a calcetto!
Tipo fino ai quindici, quindi più di venti anni fa, anni ero anche tifoso, e se proprio volete saperlo vi dico anche di chi: del Milan. E mi sto accorgendo che in un certo senso sta cosa infantile me la sto portando dietro, nel senso che in una scala di interessa da 0 a 100, quando parlano delle altre squadre l'interesse è 1, col Milan si arriva ben a 2.
Ma come dicevo, vivendo in Italia, quando lavoravo con colleghi, spesso il calcio era, naturalmente, argomento di conversazione, e per non restare tagliato del tutto fuori, era quasi un obbligo sociale.
E se seguirlo mi ha effettivamente stancato, il giocarlo non mi è mai venuto a noia. Da partite tra amici, tornei scolastici, partite tra colleghi c'è sempre stato, con grandi pause magari, ma prima o poi si tornava a giocare. Ora,, ginocchio permettendo, è fissa il mercoledì la serata da italiano medio a giocare calcetto, perché come dice Nick Hornby da febbre a 90:
...Sono una punta, o meglio, non sono un portiere, un difensore o un centrocampista, e non solo riesco a ricordare senza difficoltà alcuni gol che ho segnato cinque, dieci o quindici anni fa, ma in privato traggo ancora molto piacere dal farlo, anche se sono sicuro che questo genere di indulgenza alla fine mi farà perdere la vista. Non sono bravo a giocare a calcio, è inutile dirlo ma fortunatamente questo è vero anche per gli amici con cui gioco. Siamo bravi quel tanto che basta perché valga la pena di giocare : ogni settimana c'è qualcuno che segna un gol eclatante, un potente tiro al volo di destro o un tiro angolato che corona una funambolica discesa attraverso una difesa avversaria disorientata, e in segreto e con un senso di colpa ci pensiamo fino alla volta successiva ( non su questo dovrebbero fantasticare degli uomini adulti). Alcuni di noi non hanno più capelli in cima alla testa, anche se questo , come continuiamo a ripeterci, non è mai stato un problema per Ray Wilkins, o per quella brillante ala della Sampdoria di cui ora mi sfugge il nome ; molti di noi hanno qualche chilo di troppo ; la maggior parte è oltre la trentina . E anche se c'è il tacito accordo di non fare contrasti troppo duri ( un sollievo per chi, tra noi, non ne è mai stato capace) , ho notato nell'ultimo paio di anni che la mattina del giovedì mi alzo quasi paralizzato dal dolore alle articolazioni, ai legamenti del ginocchio e al tendine di Achille ; ho il ginocchio gonfio e ingrossato per due giorni, eredità del legamento mediale che mi sono lacerato in una partita dieci anni fa (la successiva operazione esplorativa fu quanto di più vicino abbia mai sentito di essere a un vero giocatore) ; se mai ho avuto una buona andatura, ho cominciato a perderla con l 'aumentare degli anni e per il mio stile di vita autolesionista. Alla fine dei nostri sessanta minuti sono paonazzo per lo sforzo ; l'imitazione della seconda maglia dell'Arsenal (vecchio modello) e i pantaloncini sono fradici...."
io invece sono un po' tutto, nel nostro livello posso giocare un po' dappertutto, da attacco a centrocampo a difesa... e a volte mi diverto perfino in porta!Sinceramente devo ammettere di avere un certo feeling col gol, mentre sono abbastanza lento nel dribbling, ma compenso giocando spesso di prima e passandola molto.
E così anche le squadre da seguire. Ho un modo tutto mi per decidere quale. Detto del mio passato Milanista, ammetto di aver sempre provato simpatia per l'Atalanta, da quando in serie B arrivò in semifinale di coppa delle coppe, poi vivendo ad Atalantia, o meglio Bergamo questa simpatia è diminuita... le altre squadre di interesse sono l Fortuna Dusseldorf, squadra dei Toten Hosen e naturalmente l'Arsenal, grazie a Nick Hornby e al suo "febbre a 90" (sempre loro)
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mercoledì, novembre 14, 2012
martedì, novembre 06, 2012
The Song Remains the Same
E ci risiamo. Per l'ennesima volta sono qua a scrivere che riprenderò il mano questo benedetto blog, ma stavolta voglio far sul serio. Intanto ho cambiato al grafica e poi soprattutto non sto scrivendo direttamente ed improvvisando direttamente su blogspot ma su in documento word con il correttore ortografico in funzione, giusto per evitare almeno alcuni orrori ortografici, per la grammatica rivolgersi altrove!
A questo punto mi sembra giusto farvi un bel riepilogo di questi ultimi mesi...
Da dove se non dall'inizio, o meglio dalla fine, cioè riprendendo il filo dall'ultimo post?
Tranquilli, i gatti stanno tutti bene, sono addirittura aumentati.
Per quel che riguarda me invece son stato depresso, o qualcosa di maledettamente simile, o almeno credo. A parte una serie di dolorini e problemini fisici, proprio non avevo voglia. Di cosa? Di tutto. Non avevo voglia di fare, pensare, programmare. Tiravo avanti al minimo sindacale
L'unica cosa che mi interessava era aspettare, aspettare che capitasse qualcosa, nessuna voglia di essere io a far succedere quella cosa, mi ero stancato di provarci e ricevere in cambio niente, deluso da alcune persone tra le altre cose come voler fare un corso e vederlo rimandare più volte o non esser presi per un lavoro...
In più, dopo tipo 8 anni era pure uscito Diablo3, un motivo in più per stare a casa. Ma basta parlarne e farvi preoccupare, ormai sembra passata, in fondo sono qua a ricominciare a scrivere, no?
E cosa è successo?
Noi uomini siamo semplici, e se per uomini non intendo la specie animale ma solo la parte di sesso maschile, la risposta è quasi scontata, ho conosciuta una donna.
Ripartiamo dall'inizio, a gennaio capita che prenotassi un viaggio in Sicilia con corso di arrampicata per metà ottobre, quindi l'idea di un altro viaggio in agosto, per quanto attrattiva non era in programma, anche per la voglia di cui sopra.
Però così in uno dei rari momenti di attività vitale decido di partire per l'Irlanda, solito con viaggi e avventure. Sicuro che tanto dei miei compagni di viaggio, come dei precedenti viaggi dopo una settimana me ne sarei già scordato e infatti è quel che è successo per tutti, tranne appunto una. Lei.
Non vi so ad annoiarvi raccontando i dettagli, anche se so benissimo che li volete sapere, soprattutto quelli sconci. Diciamo che forse eravamo all'incirca nelle stesse condizioni e ci siamo trovati, per quanto diversi, eravamo lì insieme. Al ritorno ci siamo tirati scemi a vicenda per quasi un mese fino al raggiungimento più o meno un punto di equilibrio nel nostro rapporto di amicizia ed affetto.
Ora so che qualcosa mi spinge ad essere migliore con più volontà, cercare di rompere con ancora più forza e voglia quel muro di gomma che spesso mi sono sentito intorno a soffocarmi e farmi rimbalzare indietro!
L'onda lunga del momento è arrivata anche a tornare dall'Irlanda nella routine quotidiana, e anche a decisione di fare l'esame per diventare Aiuto Istruttore SSI è stata presa all'ultimo. Esame comunque passato.
Poi è arrivato finalmente quel viaggio in Sicilia e la strana sensazione di essere lontano con due ragazze, che mi aspettano al ritorno, quando nemmeno un paio di mesi prima potevo partire col dubbio che qualcuno se ne accorgesse...
Ah già, nel frattempo si era aggiunta anche un altra amica con la quale ho iniziato a sentirmi spesso.
Ho scritto amica. amica. AMICA!
E per finire giusto che avevo già fatto due bei viaggetti quest'anno, non ho perso l'occasione all'ultimo di partire ad andare pure al raduno spelo in Puglia. Ma questo è già oggi, quello che c'era da sapere sui mesi scorso ora lo sapete, e se mi verrà in mente altro da dire ve lo dirò!
PS
Rileggendo uno dei vecchi post sull'iniziare nuovamente ho ritrovato alcune frasi se non addirittura il titolo che volevo usare qua, almeno in una cosa sono coerente...
sabato, novembre 20, 2010
giusto 21 anni dopo...
mercoledì, novembre 03, 2010
ricordi un weekend di mezzo autunno
e come ogni anno per il ponte dei morti, o dei santi, come dicevo riappare all'orizzonte Lucca, e la relativa fiera dei fumetti più grande e importante d'Italia... ma alcune cose sono cambiata dagli ultimi anni. Come dicevo ero stanco, bisognoso di cambiare aria almeno per un po! E così dopo anni Lucca non più da lavoratore ma da turista, ma soprattutto un giorno e mezzo solo, causa contemporaneità con il raduno nazionale speleologico.
Che dire di Lucca, La solita Lucca, tanti incontri, tanti fumetti, tanti amici e saluti, ma anche tanta troppa gente!! Talmente tanta che girando libero già dopo 10 minuti di sabato ero stanco di tutta quella folla, ma incontrare Allred e vedere nuovamente Miguel Angel Martin, vederlo prendere ogni vecchio albo con sketch e dedica, tanto i suoi fumetti sono crudi e violenti, tanto lui è gentile e pacato. Mai pienamente felice dell'esperienza lucchese, ma sempre comunque soddisfatto!
E sabato sono arrivato al raduno speleo!!
è stato come arrivare a casa, sentirsi nel posto dove vuoi essere, dove vorresti essere stato da tempo. Piantare la tenda in un prato del paese circondato da altre tende, e poi la grande e unica festa lunga tre giorni, tra sconosciuti ma amici, ad ammirare proiezioni di imprese e studi, ma soprattutto stare insieme sotto il tendone a mangiare, bere, ballare, scherzare e giocare. Come vedersi uno sconosciuto seduto al tavolo dietro di te affidarti la propria figlia di un anno mentre lui andava a fumarsi una sigaretta poco distante!
Una grande famiglia di amici, nessun invidia e nessuna sostanziale differenza.
E ora di esplorazioni e altro nel vuoto del sottoterra aspettando il prossimo raduno!
Che dire di Lucca, La solita Lucca, tanti incontri, tanti fumetti, tanti amici e saluti, ma anche tanta troppa gente!! Talmente tanta che girando libero già dopo 10 minuti di sabato ero stanco di tutta quella folla, ma incontrare Allred e vedere nuovamente Miguel Angel Martin, vederlo prendere ogni vecchio albo con sketch e dedica, tanto i suoi fumetti sono crudi e violenti, tanto lui è gentile e pacato. Mai pienamente felice dell'esperienza lucchese, ma sempre comunque soddisfatto!
E sabato sono arrivato al raduno speleo!!

Una grande famiglia di amici, nessun invidia e nessuna sostanziale differenza.
E ora di esplorazioni e altro nel vuoto del sottoterra aspettando il prossimo raduno!
mercoledì, febbraio 03, 2010
un posto da chiamare casa...
Dopo qualche mese, troppi o pochi, provo a tornare ad aggiornare con regolarità e farvi sapere un pò di fatti miei. Cosa è successo in questi mesi, o meglio cosa mi è successo? Un bel pò di cambiamenti, ma non mi va di parlarne ora, ormai non è più il momento, troppo recente come cosa!
Diciamo che ho conosciuto persone speciali, soprattutto una in particolare, che hanno fatto scattare in me una molla che da troppo aspettava, scardinare la triplice mandata con la quale avevo chiuso il cuore a sentimenti troppo forti e immaginare un futuro diverso.
Ma il futuro è da costruire ora, una vita diversa, ma che non vuole cancellare il passato di quello che sono stato e fatto!
Su una cosa sono certo, finalmente il richiamo delle montagne si è fatto vivo e forte, assopito a lungo, per troppo tempo, si faceva sentire con debolezza all’avvicinarsi dei passi e delle cime!
Visto l’inverno che comunque sciare non mi prende più tanto, per quanto abbia scoperto di saperlo ancora fare dopo una quindicina d’anni che non provavo, mi sono dato con convinzione all’arrampicata sportiva nella palestra del CAI di Ponte San Pietro.
Questo richiamo dei monti mi ha portato anche a scoprire i libri di Mauro Corona, in particolare “I fantasmi di pietra” nel quale racconta il suo paese, Erto, e i suoi ricordi. Un ricordo o un racconto dei più vecchi per ogni singola casa del paese, la maggior parte di quando era ancora dodicenne, prima della notte del vajont.
Leggere quest’autore e quanto sia legato al suo paese mi ha fatto pensare a me, a quanto invece mi manchi un vero e proprio posto da chiamare casa. Vivo a Bergamo ma non sono bergamasco, sono ferrarese ma praticamene niente mi lega a quella città avendola lasciato la pianura quando avevo 6 anni, forse il posto che per i ricordi che mi ha lasciato è quello più dentro di me è Bolzano, ma per quasi 15 anni non ci ho messo piede. Ma i ricordi della crescita sono lì, in quella città divisa ai piedi delle montagne, grazie alle nuove tecnologie ho ritrovato amici che vivono ancora là che solo la stupidità adolescenziale aveva fatto perdere.
E ora sono qua a guardare avanti con la voglia di costruire qualcosa di duraturo dentro di me, rendendomi conto che il fuggire è difficile se non hai una casa, a meno che questa non sia il mondo intero!
Diciamo che ho conosciuto persone speciali, soprattutto una in particolare, che hanno fatto scattare in me una molla che da troppo aspettava, scardinare la triplice mandata con la quale avevo chiuso il cuore a sentimenti troppo forti e immaginare un futuro diverso.
Ma il futuro è da costruire ora, una vita diversa, ma che non vuole cancellare il passato di quello che sono stato e fatto!
Su una cosa sono certo, finalmente il richiamo delle montagne si è fatto vivo e forte, assopito a lungo, per troppo tempo, si faceva sentire con debolezza all’avvicinarsi dei passi e delle cime!
Visto l’inverno che comunque sciare non mi prende più tanto, per quanto abbia scoperto di saperlo ancora fare dopo una quindicina d’anni che non provavo, mi sono dato con convinzione all’arrampicata sportiva nella palestra del CAI di Ponte San Pietro.
Questo richiamo dei monti mi ha portato anche a scoprire i libri di Mauro Corona, in particolare “I fantasmi di pietra” nel quale racconta il suo paese, Erto, e i suoi ricordi. Un ricordo o un racconto dei più vecchi per ogni singola casa del paese, la maggior parte di quando era ancora dodicenne, prima della notte del vajont.
Leggere quest’autore e quanto sia legato al suo paese mi ha fatto pensare a me, a quanto invece mi manchi un vero e proprio posto da chiamare casa. Vivo a Bergamo ma non sono bergamasco, sono ferrarese ma praticamene niente mi lega a quella città avendola lasciato la pianura quando avevo 6 anni, forse il posto che per i ricordi che mi ha lasciato è quello più dentro di me è Bolzano, ma per quasi 15 anni non ci ho messo piede. Ma i ricordi della crescita sono lì, in quella città divisa ai piedi delle montagne, grazie alle nuove tecnologie ho ritrovato amici che vivono ancora là che solo la stupidità adolescenziale aveva fatto perdere.
E ora sono qua a guardare avanti con la voglia di costruire qualcosa di duraturo dentro di me, rendendomi conto che il fuggire è difficile se non hai una casa, a meno che questa non sia il mondo intero!
giovedì, agosto 06, 2009
la busa

Poi a 6 anni me ne sono andato, un paese che forse la caratteristica geografica caratterizza in maniera fin troppo eloquente, un paesino che a passarci oggi è esattamente uguale a 28 anni fa...
e a volte mi chiedo cosa sarebbe successo se alla fine avessi vissuto sempre lì... tra quelle quattro case e la pianura...
chissà avrei vissuto all'oratorio, conosciuto una ragazza del paese, cresciuti insieme fino a vivere insieme e sposarsi e crescere i figli, un lavoro sicuro in campagna, vacanze in Romagna e rimanere lì contento del piccolo mondo intorno... oppure scappare da casa appena possibile, il liceo a Ferrara l'università a Bologna, trovare un ricco lavoro in una multinazionale straniera, giacca e cravatta e trasferirsi in giro per il mondo senza una fissa dimora, Stati Uniti, Australia, Cina, Brasile, soldi e vestiti firmati.... oppure finire in un fosso con una siringa nel braccio... oppure conoscere la musica rock e assieme ad altri quattro iniziare a suonare per provare a scappare dal buco almeno con le emozioni, attirare le attenzioni delle ragazze alternative che vogliono far le cattive e finire per rimanere lì , per salvare il gruppo con un lavoro insoddisfacente suonando in giro per la pianura la propria valvola di sfogo... o cercare come fuga il disegno, continuare a disegnare, disegnare, andare a istituti d'arte e affinare lo stile, dipingere o fumetti, riuscire a sopravvivere col disegno, senza cedere a compromessi... o rimanere a Ferrara, semplice impiegato in ufficio 8 ore al giorno e poi weekend...
e invece me ne sono andato ed è stato quello che è stato, nessun posto da chiamare origini e tanti posti da chiamare casa
giovedì, giugno 04, 2009
33

È un numero composto dai seguenti divisori: 1, 3 e 11. Poiché la somma dei relativi fattori è 15 < 33, è un numero difettivo.
È il più piccolo numero intero che non possa essere espresso come somma di numeri triangolari differenti
È il più piccolo numero palindromo cui, inserendo 1 fra le sue cifre, si ottiene 313 che è un numero primo.
È il numero atomico dell'arsenico (As).
La città di Bagdad è situata alla latitudine 33°33'N.
La Repubblica di Kiribati consiste di 33 isole sparse in 3.860 chilometri nell'oceano Pacifico.
Hiroshima è situata all'intersezione di latitudine 133°30'E e di longitudine e di 33°30'N.
La Cina è formata da 33 regioni.
Una colonna vertebrale umana normale ha 33 vertebre.
Trentatrè è la parola che il medico chiede di pronunciare in maniera ben scandita al paziente per valutare il fremito vocale tattile, ovvero la trasmissione della vibrazione delle corde vocali alla parete toracica.
Secondo i Vangeli sono gli anni che visse Gesù Cristo.
Il re Davide ha regnato a Gerusalemme per 33 anni.
Il pontificato di Papa Giovanni Paolo I è durato 33 giorni.
I Trentatré Orientali (In Spagnolo Treinta y tres Orientales) è il nome di un gruppo di rivoluzionari comandati da Juan Antonio Lavalleja.
Il 33 è il numero da sempre portato da Marco Melandri, campione della classe 250 del Motomondiale nel 2002.
L'alfabeto cirillico consiste di 33 lettere.
Nell'alfabeto Hindi ci sono 33 consonanti.
La lingua italiana ha 33 suoni.
Secondo un famoso scioglilingua, sono 33 i trentini che entrarono a Trento tutti e trentatré trotterellando.
La Divina Commedia di Dante è composto da 100 canti suddivisi in tre cantiche di 33 canti ciascuna, più un canto introduttivo posto all'inizio dell'inferno.
Dagli ultimi anni '50 agli ultimi anni '80 i dischi musicali più diffusi sono stati i 33 giri, cioè i dischi letti dai grammofoni con velocità di rotazione di 33.333 giro al minuto.
"Il Trentatrè" è anche il nome con cui è conosciuto l'inno delle Truppe Alpine, così chiamato non perché consti di 33 battute o simili, ma perché nel libretto della fanfara apparve la prima volta come trentatreesima marcia: il titolo esatto è "Fieri Alpini".
33 anni fa sono nato io
lunedì, febbraio 04, 2008
così simili e così diversi
Ieri sera si è giocato il superbowl, con la vittoria a sorpresa dei NY Giats contro i favoritissimi e imbattuti questa stagione New England Patriots. Sinceramente un pò ci speravo, e anche lo credevo, i Patriots venivano dati troppo per vincenti in anticipo.
Purtroppo non ho visto la partita, ma ad un minuto dalla fine un'azione che merita di entrare nella top ten della storia del NFL. Già un azione così successa in una partita normale andrebbe vista e rivista, figurarsi poi se un azione del genere viene realizzata nell'ultimo minuto ed è decisiva per le sorti del superbowl. E grazie a quest'azione Eli Manning vince il premio di miglior giocatore della partita, un anno dopo suo fratello, per la prima volta nella storia del NFL.
E curiosamente, il weekend del superbowl è coinciso con l'inizio del 6 nazioni di rugby.
Rugby e Football americano, così simili ma così diversi. e si che non ci vuole molto a capirlo. Il Football potrebbe anche essere l'americanizzazione del rugby, ma da ammettere che l'hanno fatto modificato per bene. parlando da spettatore (a rugby non ci ho ancora giocato, a Football Americano sì) ci sono emozioni che il Rugby da e che il Footbal si sogna di poter dare, ma trovo che al rugby manchi l'adrenalina che una singola azione di football (come quella del video) possa dare. Certo il football permette uno spettacolo, highlight maggiori non avendo uno sviluppo del gioco continuo ma interrotto azione dopo azione... per ogni azione si riparte da zero, cambia solo la zona del campo.
E ad un occhio esterno sicuramente sfuggirà il tatticismo esasperato che c'è allo scoccare dell'azione, ogni giocatore in ogni azione che è in campo deve fare qualcosa di preciso e i compagni si aspettano che lui la faccia. Non come altri sport che magari vieni tagliato fuorid all'azione o addirittura si è in altre parti del campo. Personalmente posso anche dire che il football è lo sport di squadra supremo.
martedì, dicembre 11, 2007
Wasted years??? the Metal Age pt1
Chi segue questo blog si sarà accorto dell’importanza della musica nella mia vita.
Sicuramente gli interventi a sfondo musicale sono la stragrande maggioranza, nettamente superiori anche a quelli sul fumetto, inoltre se sui fumetti è presente un minimo spirito critico quando è musica è solo emozione che porta quella canzone. E fortunatamente riesco ad apprezzare una vasta quantità di musica diversa, passare come niente fosse ad ascoltare generi diversissimi fa loro.
E naturalmente ho anche provato a suonare, d’altronde chi non ci ha provato da giovane?, diventare un bel bassista rock se non metal, ma col tempo ho anche capito che il mio talento musicale era inversamente proporzionale alla mia passione. È stata dura ammetterlo, ma mentre i miei amici miglioravano, io rimanevo sempre lì. Ed è bello andare ai loro concerti pensando, “Io sono stato il suo primo bassista” nel caso di Marco e della sua rock band anni 70, oppure nel caso del Dave e agli Aleph, forse una dei miglior giovani gruppi metal italiani, pensare che sono causa di buona parte delle sue conoscenze e influenze musicali a forza di cd prestati.
Al tempo ero un bel metallaro ignorante, ignorante nel senso che volevo ignorare qualunque cosa non fosse minimamente metal, ascoltavo tutto all’interno del metal, ma sempre metal doveva essere. Forse meglio specificare che sto parlando dei primi anni 90, avevo 15/16 anni, gli Iron Maiden erano la sacra voce (anche se era appena uscito quella schifezza no “No prayer for the dying”), “Nevermind” dei Nirvana era appena uscito e l’invasione “grunge” che avrebbe cambiato la musica rock/metal di lì a poco non era immaginabile.
Le amicizie avevano naturalmente influito negli ascolti del periodo, ma ero ben predisposto visto che ricordo ancora le prime due mitiche audio-cassette comprate di mia scelta e consenziente: “Trash” di Alice Cooper e naturalmente, come tutti i rockettari oggi sulla trentina “The final Countdown” degli Europe.
E a quell’età dal parlare di musica al suonarla, il passo è breve. Il chitarrista già c’era, quindi optai per il basso, corsi e prove con amici, le prime canzoni che si riusciva a suonare, sempre rigorosamente hard rock.
“Nevermind” era ormai entrato nell’olimpo degli album rock e nel pieno dell’esplosione grunge e mi trasferii da Bolzano a Bergamo. Con alcuni compagni di scuola si rifece il cammino dal parlare al suonare, si iniziò a provare nella mia cantina che per un estate diventò il centro del nostro mondo.
Fu un estate da libro, noi a suonare, o almeno a provarci, amici e amiche che passavano, chi si fermava, chi andava, poi lentamente la differenza di ascolti e soprattutto il differente talento e impegno ci fecero prendere strade separate.
Intanto da metallaro ignorante stavo diventando sempre meno metallaro e decisamente meno ignorante: la ricerca di musica sempre più originale continuò, recuperando le radici dei miei idoli e cercando gruppi e soprattutto sonorità sconosciute ai più. Le varie conoscenze mi portarono in contatto col Dave, poi cantante chitarrista degli Aleph, e ad un fisso scambio di CD sempre di genere metal, se lui più portato verso un metal classico ero più sperimentatore aprendomi alle sonorità anche elettroniche e quasi dance ma soprattutto comprando un cd che ha definitivamente alterato i miei gusti musicali: “The downward spiral” dei Nine Inch Nails.
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