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mercoledì, gennaio 25, 2012

Let's do the time warp again, and again….and again

Finalmente, dopo anni che mi ripromettevo di farlo, sono riuscito ad andare al cinema Mexico a Milano a vedere il Rocky Horror Picture Show!
Non so se sapevate che è uno dei miei film preferiti di sempre, che lo so praticamente a memoria e se non lo sapevate, sappiatelo!

Che dire se non che è una serata stradivertente! Non si stratta della semplice visione del film ma di una partecipazione interattiva, il film viene riprodotto sullo schermo, davanti attori truccati ad hoc lo ricreano e i non convenzionali convenuti del pubblico sono invitati a partecipare attivamente sia grazie all'acquisto di utilissimo kit di sopravvivenza che guidati da gruppi di volontari, tra battito di mani e applausi e cori e quant'altro possa venirvi in mente guardando il Rocky horror picture show... non l'avete mai visto? Che ci fate ancora qua? Su correte a guardarlo!
Si passa dal riso ai matrimoni al giornale per ripararsi dalla pioggia, anche in sala, alla standing ovation durante “i'm going home”...

Naturalmente il clou è durante il time warp quando tutto il cinema è invitato a partecipare ballando in sala! E ballarlo assieme a Riff Raff, magenta, Columbia e tutti i transilvani è stato po' un sogno che diventa realtà...

it's just a jump to the left
then a step to the right
With your hands on your hips
You bring your knees in tight
But it's the pelvic thrust that really drives you insane,
Let's do the Time Warp again


Una serata assolutamente da ripetere! Ho visto anche il “Rocky horror show” a teatro, musical con attori veri e cantanti, ma per quanto sempre bello e affascinante, no c'è paragone, la possibilità di essere un transilvano non si paragona a nient'altro!

Naturalmente si tornerà al più presto reclutando anche altri non convenzionali convenuti!

mercoledì, maggio 13, 2009

si riuscirà mai a vederlo al cinema??





no cioè? assolutamente fantastico...
sembra ricalcare le splendide e divertenti atmosfere del cartone..

YATTAMAN YATTAMAN...

domenica, marzo 22, 2009

watched watchmen

pensavo di essere riuscito a smettere, invece ci sono ricaduto. Sto parlando di andare a veder ei film trati da fumetti, l'ultimo credo sia stato "Fantastic Four: the rise of Silver Surfer", però stavolta toccava a Watchmen. mi è piaciuto?
si, no, però.
due recensioni tra le tante online, positiva e negativa..la mia diciamo sta nel mezzo
Sì perché non credevo possibile condensare buona parte di Watchmen in un film, quella che sembrava dover essere la più grande difficoltà invece è stata superata. Certo ci son dei tagli necessari ma non così drammatici ai fini della storia. Non è un brutto film, sarebbe potuta andare peggio, non posso dire che mi aspettavo di meglio, sarebbe come entrare in un cortocircuito mentale che vado al cinema per vedere film mediocri, ma in effetti Watchmen era effettivamente troppo per essere filmato. ma se il cosa possiamo dire promosso con riserve è il come il tasto veramente dolente.
Snyder si affida troppo al semplice ricalco delle vignette, riproducendo pedissequamente inquadrature dopo inquadratura e cosa ancor più grave stacchi tra le vignette, ma sacrificare le capacità del cinema per una sterile riproduzione, senza sfruttare la diversità di medium, così il capitolo sul tempo capolavoro fumettistico diventa al cinema semplicemente noioso. e poi quel mostrare ed eccedere nel farlo in modo pornografico la violenza e il sangue appena possibile, togliendo così significato quando questa era veramente necessaria, o il rapporto tra Spettro di Seta e Gufo notturno, che nell'originale si sviluppa in un crescendo di situazioni, mentre nel film si risolve il tutto con una trombata pacchiana e kitsch.
Alla fine quando la visione non è stata una mera riproduzione delle tavole le modifiche spesso hanno provato a strizzare l'occhio ad un pubblico più giovane, alcune idee da salvare...su tutte il discorso finale di Rorsach al Dottor Manhattan che torna come il comico sulle responsabilità e il potere a disposizione e il lavori di ricostruzione con il marchio Veidt onnipresente.

alla fine un piacevole film d'intrattenimento che cerca di far pensare senza riuscire ad averne la forza adatta, lungo e pesante ma non troppo. Non un brutto film, ma forse vista la fonte si poteva sperare in qualcosa in più, vito che i difetti vengono proprio dal aver rischiato poco e sfruttato poco le possibilità offerte dal grande schermo

sabato, marzo 14, 2009

Valzer con bashir

Film ad animazione che racconta la ricerca del regista Ari Folman dei suoi ricordi rimossi della sua esperienza da soldato israeliano nella guerra del libano del '82.
Salito alla ribalta oltre che per la qualità e i premi vinti anche per l'uscita quasi in concomitanza, attualizzandolo, con l'operazione israeliana piombo fuso a Gaza, ma come ha affermato il regista in un intervista, con molta probabilità sarebbe stato attuale in qualunque momento vista la testa dei governanti della zona.
Un film che non è, e credo non voglia nemmeno essere, una ricostruzione analitica e documentaristica di quei giorni culminati con le stragi di Sabra e Chatila, ma il cammino nella ricostruzione nei ricordi di giovani ventenni che si sono trovati loro malgrado circondati dalla guerra.
un cammino che si rivela esperienza psichedelica e coinvolgente, nella quale i ricordi dei protagonisti sono un continuo mescolare di esperienze vissute, sogni e immaginario collettivo, come il ricordo dell'attesa sulla spiaggia con il richiamo ad "Apocalypse Now" al surf sotto le bombe. Reso il tutto grazie ad un animazione particolare, scarna a prima vista, dettagliata negli sfondi come a infondere loro sostanza e realtà al contrario grezza e volutamente macchinosa per le persone, come se in tutto ci fosse il dubbio del ricordo o del sogno. Sempre accompagnato da una colonna sonora azzeccata e mai invadente, al servizio delle scene e delle parole, fino al silenzio di fondo che lascia spazio alle parole nell'avvicinarsi ai giorni del massacro nei campi reduci, e il giusto silenzio per le ultime immagini d'epoca.
Un film toccante che lascia con l'amaro in bocca e nel cuore, raccontato da una parte sola che non giustifica se non coi sensi di colpa, di giovani ragazzi manipolati da ordini più grandi di loro, che mostra l'orrore e l'idiozia della guerra, da qualunque parte si guardi.

martedì, dicembre 02, 2008

un pò come i telegiornali...

Come dicevo, fino al mese scorso scrivevo articoli su film non visti, e per farlo dovevo spulciare vari siti di cinema per prendere notizie, frasi, considerazioni e quant’altro... E leggendo questi articoli non si capiva perché ma a volte sembrava di parlare di film diversi, e non parlo di critiche soggettive, d’altronde c’è anche chi ha stroncato “Speed racer”, ma veramente di dati oggettivi e inponabili.
Per esser più chiaro ecco l’ultimo esempio, il film Passengers e come viene trattata la trama in diversi siti...

Da Movieplayer:
Una giovane psicologa aiuta sei persone che sono sopravvissute a un incidente aereo a superare lo shock, e con uno di loro stabilisce un rapporto speciale ....
Da mymovies:
Un aereo precipitato inspiegabilmente. Otto sopravvissuti. Una psicologa incaricata di scoprire attraverso le loro testimonianze ...
Da FilmUp
... ad offrire supporto psicologico alle uniche dieci persone sopravvissute all’incidente ...
per sicurezza sono anche andato a controllare una fonte inglese: la bibbia online di IMDB
... is assigned by her mentor to counsel the flight's five survivors ...

Visto i numeri e l’argomento, sembrerebbe quasi di assistere alla quotidiana sfilata di cifre data dai vari telegiornali italiani....

BREAKING NEWS
il trailer asserisce dieci vittime...

lunedì, novembre 17, 2008

film che non ho visto

Nelle ultime settimane, e sembra che per ora abbia finito, in ufficio dovevo anche scrivere articoli promozionali su film che non ho visto, più facila a dirsi che a farsi, ma alla fine il lavoro non è altro che leggere articoli vari e fare un copia e incolla cercando di mantenere un minimo di senso, i miei siti di riferimento erano filmup leonardo, movie player e mymovies. Di questi siti cercavo recensioni, trame dei film e quant'altro di utile ne facevo un bel minestrone per la pagina pubblicitaria del cinema Ariston su un giornale dal nome eloquente "Popolo Cattolico", la cosa negativa era il dover parlare bene di ogni film...
Curioso che a volte le trame degli stessi film risulatessero nei vari così diverse da non sembrare nemmeno lo stesso film...
ma per farla breve ecco gli articoli in questione...

ALBAKIARA
Il regista Stefano Salvati, apprezzato regista dei videoclip di Vasco Rossi, torna dopo Jolly-Blue ed il documentario È solo rock n roll a cimentarsi nella regia
di un lungometraggio, una rivisitazione personale di Albachiara, la canzone di Vasco Rossi che nel ‘79 divenne un inno generazionale.
30 anni dopo, AlbaKiara, ora con la k, vuole rappresentare uno spaccato sul mondo dei teenager, ma al contrario dell’edulcorata e buonista visione di Moccia e Muccino, Salvati cerca un approccio più crudo, indagando sullo squallore di una generazione che non va oltre all’apparire e al sopravvivere, a scuola come nella vita, attraverso
mezzucci e imbrogli.
Il film, così come la vita, è un miscuglio di generi, si passa dalla commedia adolescenziale ai drammi giovanili al thriller, in un incrociarsi di trame, narrato visivamente tra effetti disegnati e inserti onirici patinati.
Chiara, o come si fa chiamare Albakiara, sembra essere l’opposto della protagonista della storica canzone di Vasco Rossi, quasi come ad evidenziare le differenze tra i teenager di ieri e di oggi. Vuole essere sempre al centro dell’attenzione e alla moda trascorrendo con le amiche serate trasgressive, però è innamorata di Nico, giovane DJ che, all’oscuro della ragazza, per guadagnare rivende suoi filmati on-line. A far precipitare la situazione è la comparsa di 200 Kg di coca, che la ragazza inizia a spacciare, attirando su di sé le mire di un poliziotto corrotto e violento che farà di tutto per tornare in possesso del carico di droga.


HIGH SCHOOL MUSICAL 3
High School Musical, il grande successo televisivo e teatrale a livello mondiale della Disney, sbarca al cinema per l’ultimo episodio della serie. Un successo atteso ad annunciato, tanto da aver battuto i record di prevendite per un film in Gran Bretagna, mentre in Italia, nei giorni scorsi, l’anteprima di High School Musical 3 si è rivelata essere il vero evento al recente Festival del Cinema di Roma.
Diretto come i precedenti da Kenny Ortega, regista e coreografo, il terzo episodio mantiene la consolidata struttura di numeri musicali e parentesi di vita quotidiana destinata ad emozionare e divertire il pubblico di giovanissimi al quale è rivolto. è il primo episodio della serie pensato appositamente per il grande schermo e si arricchisce così di nuovi dettagli, di una fotografia più curata, di nuovi colori, di nuovi balletti e coreografie libere di abbracciare l’intero schermo e nuove musiche, attraversando i più diversi generi musicali, strizzando sempre un occhio ai gusti dei giovanissimi.
Il mondo di High School Musical è un mondo rassicurante fatto di colori e buoni sentimenti, forse lontano dalla realtà, ma per questo, capace di appassionare e di calamitare l’affetto di milioni di fans sparsi in tutto il mondo. Ma anche in una realtà fatta di gioia e amicizia, la spensieratezza della gioventù non può durare per sempre, e così i ragazzi si trovano a maturare condividendo una comune ansia per il futuro e la speranza e voglia di viverlo ancora insieme: il tema portante di High School Musical 3 è quello della separazione.
Per Troy (Zac Efron , nuovo idolo delle teen-ager) e Gabriella (Vanessa Anne Hudgens) l’ultimo anno scolastico sta per finire e il giorno del diploma si avvicina. La coppia protagonista del grande successo sembra destinata a dividersi, visto che i due proseguiranno i loro studi in college diversi, ma gli ultimi mesi di scuola sono l’occasione per sognare sul palco ancora una volta insieme, riflettendo e raccontando le loro esperienze, le aspettative e le paure per il futuro.


GIÙ AL NORD
Arriva finalmente in Italia il film che ha battuto i record di incassi di tutti i tempi in Francia: Giù al nord. Scritta ed interpretata dal comico francese Dany Boon, questa delicata, ironica e acuta commedia a tinte sociologiche, giocando con i moderni pregiudizi culturali, arriva a sfatare i luoghi comuni che vedono il nord della Francia come una regione povera ed inospitale.
Philippe Abrams impiegato postale nell’entroterra della Provenza, sogna un trasferimento in una località costiera della vicina costa azzurra, per poter curare la depressione della moglie. Il trasferimento arriva, ma in una città sulla costa del nord della Francia, dove gli abitanti, per la maggior parte rozzi agricoltori, parlano un dialetto incomprensibile. La coppia immagina la regione del nord come un inferno, tanto che la moglie si rifiuterà di seguire il marito, il quale si ricrederà, colpito dall’accoglienza del posto e dalla disponibilità e simpatia della gente del luogo, insistendo affinché la moglie lo raggiunga alla ricerca della sospirata serenità che non trova al sud.
Nonostante il tema e soprattutto le battute, giocate spesso sulle incomprensioni tra lingua nazionale e stretto dialetto locale, siano giocoforza rivolte al pubblico francese, la commedia di Dany Boon, originario proprio delle zone nel nord, risulta essere un film gradevole e divertente anche fuori dai confini francesi, con gag e situazioni divertenti facilmente riconducibili a pregiudizi da sfatare non solo oltralpe.


IL MATRIMONIO DI LORNA
Lorna, una giovane albanese che per ottenere cittadinanza belga e poter aprire un bar con il suo fidanzato accetta di entrare in un gioco malavitoso più grande di lei, deve sposare Claudy, un tossico, per poi divorziare e risposarsi con un ricco mafioso russo permettendogli così di ottenere la cittadinanza belga in cambio di una grande quantità di denaro. Ma la cose non vanno come previsto e l’affare si rallenta, costringendo Lorna ad una prolungata convivenza con Claudy. Una convivenza forzata che costringe la ragazza ad un profondo cambiamento, arrivando quasi a provare amore e pietà per il giovane tossico, portandola alla soglia della follia
Il matrimonio di Lorna (miglior sceneggiatura a Cannes nel 2008) segna una svolta nel cinema dei fratelli Dardenne, già vincitori di due palme d’oro a Cannes con Rosetta (1999) e L’Enfant (2005), non solo lo spostamento della location dal paese di Seraing all’ambiente metropolitano di Liegi, ma anche un utilizzo di inquadrature e mezzi diversi, segna un allontanamento dall’esasperato ed oggettivo realismo dei loro film verso un viaggio nei contrastanti sentimenti della giovane protagonista.


AS YOU LIKE IT
Riprende da questo giovedì la rassegna “Original Movie Passion”, l’occasione per vedere film esattamente così come realizzati dagli autori in collaborazione con il Laboratorio Lingue Estere della CFL di Treviglio.
E quale modo migliore per inaugurare questa nuova rassegna con una serata speciale ad ingresso gratuito dedicata al sommo Bardo inglese, William Shakespeare, e alle sue opere. Prima del film si potranno ascoltare infatti sonetti shakespeariani letti e interpretati dai ragazzi del Liceo Simon Weil di Treviglio.
Il film scelto per la serata è As you like it (Come vi piace) di Kenneth Branagh al suo quinto adattamento di un’opera di Shakespeare, dopo Enrico V, Molto rumore per nulla, Hamlet e Pene d’amor perdute.
Il regista sposta dalla Francia del XVI secolo al Giappone del 1880 l’ambientazione di questa romantica commedia degli equivoci, che celebra l’irresistibile potere dell’amore in tutte le sue forme, dimostrando che, mantenendo vivo lo spirito, i temi e la struttura del testo originale scritto cinque secoli fa, le opere del Bardo sono superiori a qualunque maltrattamento e rivisitazione.


007 QUANTUM OF SOLACE
Dopo il successo di critica e fan, l’inglese Daniel Craig torna a vestire i
panni dell’agente segreto più famoso del cinema e della letteratura: l’agente
007 James Bond per la 22ma volta su grande schermo.
Quantum of Solace è il sequel del precedente Casino Royale, e segue la tradizione dei film dell’agente segreto tra intrighi, colpi di scena, belle donne il tutto in svariate location sparse per il globo. Tradito da Vesper la donna amata, James Bond si trova a combattere la tentazione di trasformare la sua missione in una vendetta personale. Alla ricerca della verità, scopre che Vesper era ricattata da una grande organizzazione segreta.
Indagando su un conto bancario che collega un agente M16 corrotto ad Haiti, James conosce per uno scambio di persona Camille, donna assetata di vendetta. Insieme i due incontrano Dominic Green, uomo d’affari senza scrupoli., importante membro della misteriosa organizzazione.
Affrontando una missione che lo porterà attraverso Austria Italia e SudAmerica, Bond scopre che Greene sta organizzando un colpo di stato grazie ad un patto con l’esiliato generale Medrano per assumere il pieno controllo di una delle più importanti risorse naturali del pianeta. In uno scenario pieno di inganni, omicidi e raggiri Bond trova l’aiuto di alcuni vecchi amici nella ricerca della verità e dell’uomo responsabile del tradimento di Vesper. Per smascherare il sinistro piano di Greene, 007 deve tenersi sempre davanti alla CIA ed agli stessi servizi segreti britannici, coinvolti anche loro nei piani dell’organizzazione.
Tratto non da un romanzo ma da un breve racconto di Ian Fleming, questo nuovo film dell’agente segreto, che uscito in Inghilterra lo scorso weekend ha battuto tutti i record di incasso, si differenzia dai precedenti per un tentativo di ambientare le vicende in un contesto legato alla complessità del presente tra le grandi speculazioni, gli intrecci perversi tra criminalità, politica e lo sfruttamento delle risorse economiche mondiali, cercando però di mantere una fedeltà stilistica con i primi episodi della serie realizzati negli anni sessanta.


L'UOMO CHE AMA
La seconda opera di Maria Sole Tognazzi, dopo Passato prossimo del 2003, sembra rifarsi più ad un certo cinema francese sui sentimenti che alle commedie drammatiche nostrane.
L’uomo che ama è la storia di Roberto, interpretato da un intenso Pierfrancesco Favino, un uomo che soffre e fa soffrire per amore, una quasi inedita visione dell’amore maschile non più machista e superficiale ma struggente e profonda quanto quella delle controparti femminili.
Roberto viene lasciato da Sara (Kseniya Rappoport) facendogli conoscere l’ossessione e il dolore che porta lo scoprire il tradimento della donna amata, un violento disprezzo che si mescola ad un amore ostinato.
Mesi dopo Roberto è coinvolto in una relazione più matura con Alba (un’affascinante Monica Bellucci), ma confrontandosi con i problemi amorosi del fratello Carlo, Roberto si rende conto di non amare più la sua compagna diventando così, dopo essere stato vittima, carnefice e causa di dolore.
Pierfrancesco Favino ci dona un Roberto ossessionato ed ossessionante, grazie ad un interpretazione votata all’eccesso, nel momento nel quale una passione che finisce brucia il corpo e la mente, sentimenti accentuati anche dalla scelta registica di riprenderlo senza mai perderlo di vista anche e soprattutto durante i momenti insignificanti e vuoti della regolare quotidianità.

PARIGI
Cèdric Klapish rende omaggio alla sua Parigi con un film corale, nel quale i protagonisti, più che la città in se, sono i parigini o meglio gli abitanti di un quartiere della citè. Il quartiere dove vive Pierre, giovane ballerino costretto a casa da una grave malattia cardiaca, per la quale anche un trapianto non potrebbe essere sufficiente. A prendersi cura di lui la sorella assistente sociale trasferitasi dal fratello assieme ai tre figli.
Pierre trascorre le giornate dalla finestra osservando l’incrociarsi delle vite e la varietà dei suoi vicini, dal professore universitario di mezz’età infatuato di una studentessa, alla genuinità dei venditori di quartieri con i quali govani top model flirtano per provare nuove sensazioni passando per la multietnicità della grande città, dalla commessa punzecchiata dalla proprietaria razzista all’ immigrato clandestino ricolmo di speranze per il futuro.
Klapish lascia un dubbio allo spettatore: le diverse storie dei personaggi sono reali o sono solo frutto della fantasia malinconica di Pierre, una domanda alla quale non da risposte, anzi accentua con un finale ambiguo, durante il quale Pierre, accompagnato all’Ospedale, vede sfilare di nuovo tutti i protagonisti del film.


MAMMA MIA!
Secondo appuntamento con la nuova rassegna di film in lingua originale, in collaborazione con la CFL.
Questa settimana è il turno del divertente musical Mamma mia! diretto da Phyllida Christian Lloyd, eccentrica autrice teatrale inglese, regista dell’omonimo musical teatrale ispirato dalla famosa canzone degli Abba.
Mamma Mia! è un film sull’amore libero e semplice, sui sentimenti mai offuscati da freddi egoismi e sempre guidati dalla sola passione. Sophie alle soglie del matrimonio vorrebbe conoscere il padre, figura che le è sempre mancata e che la madre, Donna, le ha sempre nascosto. Spulciando i diari della madre, scopre che i potenziali padri possono essere ben tre, e decide così di invitarli tutti al suo matrimonio, naturalmente senza dire niente alla madre. È chiaro che le sorprese non potranno certo mancare.
Il tutto condito da un cast eccezzionale: Meryl Streep, Colin Firth, Stellan Skarsgård e Pierce Brosnan sono veramente ispirati nell’interpretare i loro personaggi e tutti i loro imbarazzi nel cantare rendono Mamma Mia! ancora più divertente e genuino.


CHANGELING
Dopo la Francesca di Meryl Streep (I Ponti di Madison County) e la Maggie di Hilary Swank (Million Dollar Baby), una donna torna ad essere protagonista del cinema di Clint Eastwood, ormai uno dei migliori registi in circolazione.
Angelina Jolie è Christine, madre nubile alla quale sparisce misteriosamente il figlio, lasciato un sabato mattina in casa da solo.
Dopo 5 mesi la polizia di Los Angeles sembra aver risolto il caso, ma il bambino che viene riportato a Christine non è suo figlio. Le autorità, sostenute dall’opinione pubblica in cerca del rassicurante lieto fine alla vicenda insistono nella loro versione, arrivando ad internare la donna attribuendole disturbi mentali dovuti allo shock della scomparsa. Ma Christine non si arrende e, supportata dal reverendo Gustav Briegleb, continua a lottare alla ricerca della verità e di suo figlio.
Una storia vera, trasformata in una rigida sceneggiatura di J. Michael Straczynski, già autore di numerose serie tv e fumetti di successo, che ha ispirato Clint Eastwood. Un film tanto raffinato esteticamente grazie all’asciutta regia senza manierismi o intellettualismi di sorta, da far quasi passare in secondo piano il dramma della madre e soprattutto le diverse chiavi di lettura che affronta la pellicola. Il film infatti affronta e sviluppa molte delle tematiche etiche care al regista americano: l’individuo solo contro il Potere corrotto, il rapporto tra il sistema sanitario e i pazienti/oggetto, la pena di morte e, come nel pluripremiato e drammatico Mystic River e nel più datato Un mondo perfetto torna prepotente anche il tema dell’infanzia segnata da traumi irreparabili.
Angelina Jolie nel suo ruolo più intenso si dimostra all’altezza e perfettamente nella parte, diventando l’alter ego di Eastwood sulla scena nella sua lotta al potere in cerca di rispetto e giustizia, supportata perfettamente da John Malkovich al quale il regista regala un ruolo straordinario, quello del reverendo attivista, solitario e implacabile, consapevole della perdita dei propri figli e dell’innocenza del proprio paese.
Come ogni film di Eastwood, anche Changeling, sarà un opera destinata a durare e a lasciare un segno nell’animo dello spettatore.


SI PUÒ FARE
Ambientata a Milano nei primi anni
80, Si può fare è una commedia leggera e impegnata che affronta molti temi: dalla legge Basaglia, che nel 78 decretò la chiusura dei manicomi, all’inserimento dei malati mentali nella società fino alle difficolta dei sindacati di affrontare il mutare delle condizioni sociali.
Nello, interpretato da Claudio Bisio, è un sindacalista dalle idee troppo avanzate per quegli anni. Ritenuto scomodo dal sindacato, viene retrocesso a gestire la Cooperativa 180, un’associazione di malati di mente, appena liberati dalla legge Basaglia, impegnati in inutili attività assistenziali. Nello vedendo il potenziale di queste persone, andando contro lo scetticismo anche dei dottori, riesce a integrare nel mercato reale i soci della cooperativa con attività produttiva.
Il regista Giulio Manfredonia concentra l’obiettivo più sul mondo impreparato ad accogliere i malati mentali che su quelli stessi e dirige un cast di attori professionisti impegnandosi con loro a creare un ambiente credibile, evitando qualunque tipo di enfasi, giocando soprattutto con i toni della commedia che fa ridere e riflettere, evitando di virare verso il tragico, se non per una fondamentale deviazione nel finale per chiedere allo spettatore il giusto sacrificio di commozione.


THE ROCKER - IL BATTERISTA NUDO
Ultimo film per il regista di Full Monty, Peter Cattaneo che come nel suo grande successo, racconta la storia di personaggi delusi dalla realtà che riescono con impegno e seguendo i loro sogni a rimettere in carreggiata le proprie vite. The Rocker racconta la vicenda di Robert “Fish” Fishman, batterista rock anni 80 mollato dalla band prima del grande successo. Robert vive ancorato ai ricordi dopo aver appeso le bacchette al chiodo finchè 20 anni dopo non si presenta la grande occasione: tornare a suonare la batteria nella band del nipote adolescente e, complice un bizzarro video messo on-line su Youtube, Fish ritrova la celebrità di un tempo...
Sorprendente la prestazione del comico di Seattle, Rainn Wilson vero mattatore sullo schermo nel ruolo di Robert, capace di alternare battute taglienti a riuscitissime gag di natura più fisica. Ma è l’umanità di fondo del personaggio la vera arma vincente. Umanità che viene tratteggiata in tutti i personaggi del film, da quelli principali a quelli minori quasi sempre ben tratteggiati come “groupies” improvvisate, genitori perplessi, discografici avidi e umanità varia.


JUNO
Continua la rassegna di film in lingua originale del giovedì in collaborazione con la CFL. Questa settimaa è il turno di Juno di Jason Reitman, lo stesso di Thank you for smoking. Il film, vincitore dell’Oscar 2008 per la miglior sceneggiatura originale, affronta con sorprendente leggerezza ma senza mai banalizzare il tema della maternità indesiderata.
La 16enne Juno Macguff vive una normale vita da adolescente, quando scopre di essere rimasta incinta del suo amico e compagno di scuola. L’idea iniziale di abortire viene messa subito da parte, perché la futura mamma trova una coppia disposta a prendersi cura del figlio. Juno è aiutata da genitori molto comprensivi e da una amica che le sta vicina in ogni momento. La coppia scelta, però, si rivela essere molto diversa da quello che tutti si aspettavano.
La gravidanza farà sorprendentemente crescere Juno, che si scoprirà sempre più matura e adulta.
Jason Reitman e la blogger sceneggiatrice, Diablo Cody, hanno messo in scena un film di ottima fattura, che sorprenderà per il linguaggio attuale e quotidiano e per le musiche allegre e intense.

domenica, maggio 25, 2008

amenità cinematografiche e piccole grandi soddisfazioni

tra i miei lavori settimanali nello studio c'è anche curare un flyer per il cinema, e fare quello di questa settimana è stato in particolare una splendida soddisfazione:
la possibilità e l'obbligo di avere a che fare col nuovo film di Indy, anche se in maniera così marginale mi ha fatto felice come un bambino. In sostanza il mio lavoro consiste nel cercare foto del film e metterle insieme per rendere la copertina accattivante (e soprattutto per il cliente). La prima immagine che ho voluto mettere e che mai avrei tolto è stata l'ombra che si mette il cappello: Quello è Indiana Jones.
Il mio animo nerd ha gioito...

Sono poi anche riuscito ad ottenere un nuovo abbellimento per il mio studio, dopo anni ho cambiato poster alla parete dello studio prima c'era una piantina degli USA (l'unica appendibile che avevo abbastanza grande da coprire dei buchi nel muro) ora lo studio ha questo aspetto:

uno splendido banner di plastica di Speed racer.

pensavo di mettere già sta foto, prima che impazzisse la catena delle scrivanie, anticipo così il mio turno e me ne taglio fuori

domenica, maggio 18, 2008

Speed racer


lo ammetto, non ero mai stato convinto al cento per cento dai “Wachowski brothers” sia con il primo “matrix”, che volenti o nolenti ha riconfigurato un certo immaginario fantascientifico, ma ho sempre mal sopportato il suo approccio filosofico (tanto che ancora oggi preferisco il più oscuro “Dark City” uscito quasi in contemporanea), dei due seguiti di matrix meglio dimenticarli. L'adattamente di “V for vendetta” non era poi così male, ma solo con il loro ultimo Film “Speed racer” sono finalmente riusciti a fare centro.

Speed racer è Cinema con la C maiuscola. Sperimentano nuove tecniche, tutto il mondo è a fuoco, linee cinetiche, colori saturi, ma senza far mai perdere lo spettatore nell'orgia di colori e immagini che gli riempiono lo schermo. (certe scene di Transformer erano molto più confuse)
Ma “Speed racer” non è solo sfoggio di tecnologie nuove e pirotecniche, alla sua base c'è una storia, banale e prevedibile quanto si vuole, ma capace di emozionare e di far sognare. Impossibile non commuoversi davanti ad alcune sequenze o esaltarsi davanti ad altre.
potrei azzardarmi a dire uno dei migliori film visti di recente.


e visto che sono stato nominato per una blog-catena dal griffo, ne approfitto e me la sbrigo qua:
le regole sono

1 - Indicare il Blog che vi ha nominato e linkarlo: Mani di pastafrolla
2 - Inserire le regole di svolgimento
3 - Scrivere sei cose che vi piace fare
4 - Nominare altre sei persone che proseguano la catena
5 - Lasciare un commento sul blog dei sei bloggers prescelti

e lo svolgimento del tema, ops della catena è
1- fatto
2 fatto
3 le cose che mi piace fare:
I – leggere, guardare, sognare ascoltare, scrivere sempre storie nuove
II – andare su due ruote
III – ballare quando è la musica che ti guida e ti spinge
IV – assaporare sapori nuovi, bere, mangiare cibo etnico e tradizionale
V- viaggiare
VI – finire ste catene e non pensarci più

4&5 ormai è già passata da tutti, quindi la fermo qua

giovedì, aprile 10, 2008

surf tra gli squali, ma non solo

e se al peggio non c'è limite, a volte il peggio e la bruttezza arrivano quasi ad affascinare come un senso di morbosità strano. E nel cinema è un fenomeno che accade fin troppo spesso, film al limite di tale definizione, ma che alla fine fanno della loro bruttezza il loro vero punto di forza.

Un titolo su tutti: Blood Surf, un film Horror ( o orrore di film) che si può catalogare nella categoria dei “beast movies”, dove bestie improbabili, divorano i malcapitati di turno.

Iniziamo dalla trama: un gruppo di giovani viene ingaggiato da un emittente televisiva per girare un documentario sullo sport estremo del momento: il Blood Surfing, che consiste nel fare surf tagliandosi leggermente in modo da sanguinare in un mare infestato di squali. La troupe si dirige quindi su un isola deserta, ma il vero pericolo non consiste negli squali, ma in un coccodrillo gigante (nel mare?) delle dimensioni di un dinosauro che come ogni mostro che si rispetti inizia a decimare il gruppo colpendo quelli rimasti soli. I sopravvissuti scappano nell'isola sperando di seminarlo ma l'isola non è deserta come credevano e incappano in un gruppo di pirati (ebbene sì) che la fanno prigionieri. Quando il capo dei pirati cerca di violentare la bella di turno, arriva il coccodrillo a far piazza pulita dei pirati per ricominciare l'inseguimento e la carneficina fino alla morte accidentale del mostro e trombata finale dei due protagonisti rimasti, naturlamente i due bellocci.

A questa trama vanno aggiunti degli effetti speciali più ridicoli della trama stessa (il coccodrillo è una statua di cartapesta che si aggira tra gli attori), personaggi squadrati a rappresentare i peggiori clichè del genere (appena li vedi sai già che fine fanno). purtroppo non posso parlarvi dei dialoghi, l'ho visto in francese e non conosco quella lingua, perché a quanto sembra questi sono degni del resto film.

provate a vedere alcuni estratti dal film, e non crederete ai vostri occhi:



venerdì, marzo 21, 2008

Broken EP- il film

Molti conoscono i Nine Inch Nails, un pò meno sanno che il loro secondo disco si intitola "Broken" e ancora meno sanno che all'epoca, circa il 1992, venne realizzato un breve film promozionale dell'intero EP.

Questo film non ebbe mai una distribuzione ufficiale a cause della violenza e della crudezza delle immagini. In sostanza si tratta di un finto snuff movie (leggende metropolitane dicevano lo fosse veramente) basato su torture e mutilazioni (roba che Hostel e Saw sembrano film per educandi) girato con camera amatoriale intervallato dai video trasmessi anche in tv delle canzoni e altre sequenza in bianco e nero tanto fredde quanto perverse, il tutto senza dialoghi ma accompagnato solamente dalla musica dei NIN
il film completo è raccolto nei tre video seguenti... se avete lo stomaco e amate un bel pò o splatter e i NIN è qua per voi...

i video seguenti andrebbero visti tutti i fila, purtroppo non esite il video intero online al momento


intro/pinion

wish

help me i'm in hell

happynes in slavery

gave up


buona visione...


edit 1
visto che buona parte di Broken è girato con telecamera manuale... mi sembra giusto parlare qua di [REC]. Visto ieri sera, dopo titubanze iniziali ma convinto da un intervento di Alex Crippa.
idea poco originale per una trama banale... ma sti cazzi, fa veramente paura...
una scelta dei tempi perfetta... era da tempo che un film horror non mi impressionava così... la scelta della camera a mano fa entrare veramente gli spettatori nel film, impersonaficandosi col cameram che saggiamente non viene mai ripreso in volto. La sceneggiatura abbastanza prevedibule e con alcune lacune (come mai all'inizio gli infetti a zombizzarsi ci mettono quasi metà film alla fine la reazione è immediata?) ma non è quello che conta... l'effetto pauroso è pienamente riuscito... una visione consigliata per gli stomaci forti.

edit 2 ho risettato i video, quindi se qualcuno non gli aveva visti, ora può

martedì, dicembre 18, 2007

a volte anche in tv...



capita che per caso o ad orari improponibili diano qualcosa di interessante.
E così ieri notte a mezzanotte su italia1, dopo Guerre Stellari episodio 3, è successo che andasse in onda "Allegro non troppo" di Bozzetto.
Fantastico film ad animazione, la risposta italiana a "Fantasia" della Disney.
Si discosta dal film americano sia per la presenza di sketch attori in carne ed ossa che fanno da preludio e intermezzo ai sei brani musicali, ma anche a livello di realizzazione grafica, mentre Fantasia si concentrava nel dare un immaginario grafico alla usica, il film italiano invece usa la musica come sfondo per delle storie , come dice lo stesso Bozzetto: "Ho visto dodici volte Fantasia. Disney ha dato una illustrazione essenzialmente grafica della musica, mentre io ho cercato di raccontare delle storie. (…) È molto più difficile realizzare una storia seguendo la musica che non abbandonarsi alla fantasia grafica".

Nell'estratto la Danza Slava di Dvorak, "allegro non troppo" un film da vedere e rivedere assolutamente, come ogni lavoro di bozzetto un tocco di genialità e irnia nel panorama del cinema italiano, fa pensare che ora si dedichi ai cartoni in flash online senza che nessuno lo chiami per nuovi lungometraggi.

domenica, dicembre 16, 2007

sulla velocità

tra le varie idee per un racconto basato sulla velocità per la proposta lanciata dal rrobe, stavo iniziando a descrivere il fulcro di un racconto... peccato che sul più bello mi è venuto in mente che stavo semplicetne descrivendo qualcosa che avevo in tv qualche anno fa...

se non è velocità questa...

giovedì, novembre 22, 2007

The dreams in which I’m dying Are the best I’ve ever had


Grazie a Paolo e al suo nick su msn, oggi mi risuona in testa la canzone dei Tears For Fears “Mad world”. Probabilmente non è la loro canzone più famosa, basti pensare a “Shout” ma sicuramente una delle più commoventi.

E pensando a “Mad world” non si può non pensare alla cover di Gary Jules che è la canzone a suggellare “Donnie Darko”. Ora potrei parlare anche del film, visto al cinema anni fa nella versione cinematografica e non quella completa da DVD come ho sentito dire.
Potrei accennare a come proprio il testo di “mad world” sembri ricalcare la successione degli eventi del film, o viceversa… come la trama sembra costruita sui versi della canzone.
Potrei dire che non mi ha detto granché, e detto da un amante di David Lynch viene a cadere la prima motivazione di delusione: la trama “onirica” apparentemente senza senso.
E invece ho deciso di parlare di quello che a ripensarci è la causa scatenante di delusione. Appena uscito dal cinema un carino come aggettivo ci stava bene, prima di perdersi in complicate elucubrazioni in coppia su cosa potesse significare e i perché degli avvenimenti, discussioni quasi più accese che con altri film. Poi andando a girovagare su Internet e i forum che si scopre? Che esiste un sito (ufficiale) con tutte le spiegazioni teoriche sul mondo e sul perché e sul per come funziona.

Ora nel mio piccolo io penso che un opera debba essere autosufficiente e indipendente da altri media per le spiegazioni su come funzionino le regole che la governano. Se l’autore vuole dare una spiegazione logica ad eventi illogici e surreali questa deve essere tra le righe all’interno dell’opera stessa (o se proprio proprio in un intervista, nella quale l’autore cede). Se no meglio lasciare tutto all’istinto del fruitore dell’opera, il quale raccogliendo ed esaminando i dati si crea la sua realtà, che può più o meno avvicinarsi a quella dell’autore, perché è scontato che quest’ultimo debba avere una costruzione razionale chiara per sè sulla quale aver costruito le regole che governano quella realtà.

venerdì, settembre 14, 2007

ta da nanana nanananana nanana



Iron Man, il nuoov eprsonagigo marvel più odiato, ma da quando ho visto, o meglio sentito questo trailer non vedo l'ora di vederlo al cinema... raramente un film di supereroi mi aveva attirato a partire dal semplice trailer...

il motivo...un grande attore, ma soprattutto....
I AM IRON MAN ta da nanana nanananana nanana

lunedì, luglio 02, 2007

transformers parte2



a mente fredda: ppena saputo dell'uscita del film sui trasformers non ne ero così entusiasta, per fortuna mi sono ricreduto. Un michael bay in grandissima forma, prendete"bad Boys" e metteteci i robottoni al posto di will smith e Martin Lawrence, un regista che si cita ed autocita, basato sulla serie animata anni 80 con richiami fin dalla frase ripetuta varie volte nel film ( sei più di quello che si vede.... ricordate la sgla? Transformers, more than meets the eye). Il regista a suo agio in quelo che fa meglio, esplosioni inseguimenti e combattimenti, a mio avviso forse giustamente un pò confusi. i combattimenti dei robot inquadrati a livello occhio umano dal basso. Inutila girarci intorno, chi è andato a vedere i transformers è andato per vedere le trasformazioni e i robottoni della sua infanzia e tornare a sognare con i giochi e gli occhi del fanciullo.
ci sono anche gli attori, personaggi quasi tagliati con l'accetta: dal giovane protagonista geniale e impacciato il giusto per essere simpatico a tutti, alla bella e che bella esperta di motori e la bella esperta di computer,al ministro della difesa eroico fino al marine con moglie e figlio capace di tenere testa anche ai robot, mnzione speciale per Tutrturro che fa il Turturro. Forse il grosso difetto del film è spingere un pò roppo su certe scene comiche (quella degli ochiali è veramente l'unico momento di stanca del film).

ma questo il bello di questo film: l'essere esagerato e fracassone, svilupprsi lungo una trama semplice, contenere continue citazioni più o meno velate ed esaltare sfruttando quel senso di nostalgia per i vecchi giocattoli degli anni 80.
non è certamente uno di quei film che segneranno la storia del cinema ( se non per i mirabolanti effetti specali delle trasformazioni e dei robot, si ambientavano così bene con l'ambiente da sembrarne parte integrante) ma raramente sono iuscto dal cinema così soddisfatto ed esaltato cme questa volta.

sabato, giugno 30, 2007

transformers parte1

F-A-N-T-A-S-T-I-C-O

come essere tornanti bambino...


ed ecco il mio nuovo vecchio amico a fianco del pc

Skidz, anno 1985

giovedì, marzo 15, 2007

Heavy Metal Thunder



Steppewolf - Born to be wild colonna sonora dei titoli di testa di easy rider

Serve dire altro?

domenica, febbraio 18, 2007

I wanna Rock: la vendetta di Sogliola



rivedendo per l'ennesima volta questo video, soprattutto la scena finale ho avuto, come diceva Dustin Hoffman in "Hook", un' epifania.
il finale non è altro che un grandissimo omaggio a quel capolavoro che risponde al nome di Animal House.
ma esaminiamo in dettaglio: gli attori sono Mark Metcalf che nel video interpreta il professore mentre in Animal House era Nidermeyer, mentre il direttore della scuola è interpretato da Stephen Furst, l'indimenticabile Kent "Sogliola" Dorfman.
Nel video dei TS si vediamo Sogliola spruzzare Seltz in faccia a Nidermayer, e qui ho avuto l'illuminazione: durante il gran finale di Animal House, cioè il caos creato dai Delta durante il corteo di fine anno in città, si vede Sogliola avvicinarsi a Nidermeyer con una bottiglia di Seltz e puntarla verso di lui, ma quest'ultimo carica il fucile e spara prima alla bottiglia rompendola, e poi mentre carica nuovamente il fucile viene rapito da una mano su un carro vagante...

che dire vendetta è fatta

lunedì, novembre 20, 2006

Team America World Police


siccome ogni tanto devo anche aggiornare questo mio spazio, ho deciso che vi parlerò del film che ho visto questo sabato sera: Team America World Police.

Nato dalla mente dei creatori di South Park e realizzato a marionette sullo stile dei vecchissimi (e fantastici) Thunderbirds, il film racconta di una squadra di polizia americana il cui compito è pulire il mondo dai terroristi e dalle armi di distruzioni di massa. Perso un elemento in missione viene arruolato un giovane attore di teatro per utilizzare la sua abilità di recitazione per farne di lui una spia ed infiltrarlo tra i terroristi. ma il vero pericolo per Team America non viene tanto dai terroristi, guidati dal dittatore nordcoreano Kim Jong-il, quanto proprio dall'interno degli USA e nello specifico da un documentarista grasso e barbuto e dalla "Gilda degli Attori Yankee" (G.A.Y.).

Come dicevo realizzato a marionette con un risultato strepitoso come cura del dettaglio nelle scenografie e nei personaggi, ma anche qua viene presa in giro volutamente la serie "Thunderbirds" per la voluta vistosità dei fili o per alcune sequenza nelle quali le marionette si muovono in maniera veramente goffa, gli autori, come in South Park, deridono tutto e tutti senza il minimo ritegno e timore di non essere "Politically Correct".Il film risulta essere una parodia, a mio modo riuscita, grottesca ed esagerata della visione USAcentrica del mondo da parte degli Americani e della loro politica estera e interna, per esempio Parigi viene raffigurata come in un parco divertimenti con la Torre Eifel, l'arco di Trionfo e il Louvre tutto nella stessa piazza, mentre le personalità non-americane vengono raffigurate con i classici luoghi comuni, ma è propio questa visione a rendere questo film uno dei migliori esempi di satira recenti.La squadra Team America è mossa da un senso patriottistico talmente esagerato da essere grottesco e irresistibilmente ironico, ad uno sguardo superficiale potrebbe perfino sembrare che gli autori vadano orgogliosi di questo patriottismo fino a difenderlo, ma questos enso dell'esagerato è classico nella produzione dei due come si vede in South Park. Come dicevo non risparmiano attacci alla way of Life americana, così che ad una conferenza di pace per l'Amercia non vengano invitati i membri del governo ma gli attori Hollywoodiani come massima carica del paese, attori che vogliono la pace, ma che non esistano a estrarre le armi per combattere chi non la pensa come loro.E come a dimostrazione della critica alla vita USA questo film ha avuto più problemi per la scena di sesso tra marionettte che per i contenuti "politici".
E anche l'utilizzo stesso delle marionette è un attacco al potere degli attori,ma "Team America World police", al di là dei "messaggi" politici è soprattutto una parodia cinematografica e come ogni parodia richiama a sè scene da molteplici film, da Guerre Stellari a Kill Bill passando per Matrix, e senza fermarsi alle semplice citazioni, apre gli occhi anche sul linguaggio del cinema, esilarante la scena dell'addestramento dell'attore sulle note della canzone dal ritmo rock/pop "Montage" - mostrare tante cose in poco tempo... l'ha usato anche per Rocky... c'è bisogno di un montaggio- oppure la dolce canzone d'amore "mi manchi poco meno di quanto pearl harbour faccia schifo"...

e non vengono risparmiati nemmeno i nostri amati fumetti: come non trovare richiami a certe tematiche di supereori marvel, nello specifio gli x-men, la frase del protagonista: "il mio potere di recitazione ha già fatto troppe vittime...durante una recita alle elemtari mio fratello cadde nella gabbia dei gorilla e non ci fu modo di salvarlo".

Per concludere un divertentissimo film consigliato non a tutti, ma solamente a chi è dotato di un gran senso di umorismo autoironia, pronto anche a scherzare sulle sue idee morali più radicate, a chi è capace di andare oltre e leggere tra le righe del grottesco e volgare umorismo della coppia Trey Parker e Matt StoneCome per South park o si ama o si odia