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mercoledì, dicembre 17, 2008

acqua sporca





cos'hanno in comune le due trasmissioni "Takeshi's Castle" e "Ninja Warrior" o "sasuke" il nome originale? A parte che entrambe provengono dal Giappone e contano di esercizi fisici più o meno difficili e di una selezione naturale dei concorrent notevole ho notato un altro particolare: l'acqua sporca. in entrambi i giochi, perchè alla fine di questo si tratta, i concorrenti che perdono finiscono quasis empre in pozze di acqua sporca. Non importa se il gioco sia caratterizzato da situazioni demenziali e crudel com il Takeshi's Castle, che tra l'altro prende il nome dal conduttore e ideatore, cioè Takeshi kitano, noto in patri come comico, mentre apprezztto in occidente come uno dei più grandi registi giapponesi drammatici.
Ma se nell'atmosfera demenziale una pozza d'accqua sporca ci sta più che bene, nel mondo virile di "Sasuke" mi sembra stonare... un pò come nei vecchi programma europeo "giochi senza frontiere", tutto curato compres l'acqua nella quael si svolgevano i giochi, una bella piscina linda e azzurra.

Ma che nella cultura giapponese cadere nell'acqua sporca sia un simbolo di disfatta o anche peggio?
che nella cultura giapponese cadere in una pozza d'acqia

martedì, dicembre 18, 2007

a volte anche in tv...



capita che per caso o ad orari improponibili diano qualcosa di interessante.
E così ieri notte a mezzanotte su italia1, dopo Guerre Stellari episodio 3, è successo che andasse in onda "Allegro non troppo" di Bozzetto.
Fantastico film ad animazione, la risposta italiana a "Fantasia" della Disney.
Si discosta dal film americano sia per la presenza di sketch attori in carne ed ossa che fanno da preludio e intermezzo ai sei brani musicali, ma anche a livello di realizzazione grafica, mentre Fantasia si concentrava nel dare un immaginario grafico alla usica, il film italiano invece usa la musica come sfondo per delle storie , come dice lo stesso Bozzetto: "Ho visto dodici volte Fantasia. Disney ha dato una illustrazione essenzialmente grafica della musica, mentre io ho cercato di raccontare delle storie. (…) È molto più difficile realizzare una storia seguendo la musica che non abbandonarsi alla fantasia grafica".

Nell'estratto la Danza Slava di Dvorak, "allegro non troppo" un film da vedere e rivedere assolutamente, come ogni lavoro di bozzetto un tocco di genialità e irnia nel panorama del cinema italiano, fa pensare che ora si dedichi ai cartoni in flash online senza che nessuno lo chiami per nuovi lungometraggi.

martedì, dicembre 04, 2007

da Piggly al Dog



Verso le 8 di mattina su Italia1 da qualche tempo mi diletto nel periodo di dormiveglia con questa serie animata in 3d con protagonista il maialino Piggly Winks e i suoi amici.
Una realizzazione tecnica lontana dai capolavori cinematografici ma che si lascia ampiamente guardare, ma non è tanto di questo che voglio parlare.
L’atmosfera è quella classica degli animali antropomorfizzati che si comportano e vivono come esseri umani, nelle case e vestendosi, e come sempre ci sono animali che mantengono il loro ruolo di animali come le pecore.
La struttura degli episodi è molto semplice e ripetitiva, ogni episodio inizia nei nostri giorni con nonno Piggly Winks che con una scusa sempre diversa racconta ai nipoti una delle sue avventure del passato, quando era un bambino come loro con i suoi amici: un vitellino e un anatra. Tra l’altro Piggly winks sia bimbo che nonno indossa sempre lo stesso maglione marroncino, sicuramente per essere reso subito riconoscibile dai bambini. Mentre imbattibile è il look del vitellino, una splendida giacchetta blu

Ma il vero fascino di questa serie non è tanto nelle storie in sé, ma nel come vengono raccontate, facendo leva sulla nostalgia dei più adulti, ricordando i giochi liberi di una volta, quando la padrona di tutti i giochi dei bambini era la fantasia.
Oggi vanno di moda le mail con cosa si faceva un tempo da bambini e su come sembri incredibile al giorno d’oggi, basti solo pensare al cellulare, una volta non si capisce come si era sempre organizzati e ci si riusciva a trovarsi senza dover fare una chiamata.
Come una volta bastava avere un cucchiaio di legno che questo si trasformava nella spada di un cavaliere e si era liberi di correre e immaginare che un semplice muro fosse di volta in volta un ostacolo diverso, come si sente raccontare nei ricordi dei genitori quando parlavano dei giochi della loro infanzia. Bastava uno spazio aperto per vivere per quel giorno la più grande delle avventure.
E sicuramente sarà questo il messaggio che gli autori vogliono dare ai bambini di oggi, raffigurati dai due giovani nipoti del protagonista, attraverso i racconti di Piggly Wings, che basta la fantasia per creare le più incredibili avventure, non servono i giochi prefabbricati chissà che tecnologie.

Un tema che tra l’altro è alla base dell’ultimo Dylan Dog “la stanza 63” (Dylan Dog 255, Sergio Bonelli Editore, € 2,50 sceneggiatura di Di Gregorio, disegni di Ugolino Cossu.
Una storia di Dylan che per atmosfera e struttura ricorda i lavori di Scalvi più surreali, un filone raramente sfruttato spesso lasciato in secondo piano per un più semplice horror. La vicenda si svolge in un capannone sede di set cinematografici, formato dalle più diverse stanze comunicanti nelle quali però si può solo avanzare. Una storia in cui Dylan è un co-protagonista assieme a Bloch Groucho, la bella di turno, il serial killer di turno e la Morte. I sei personaggi si aggirano tra queste stanze apparendo, incontrandosi e perdendosi, vedendosi e non vedendosi senza un motivo apparente. Motivo che viene spiegato nelle ultime pagine, e questa spiegazione è la nota dolente dell’albo, una spiegazione fin troppo dettagliata, che nella sua precisione togli il pathos che si era venuto a creare: i protagonisti in realtà sono dei ragazzi che giocano al gioco dell’oca di Dylan e ogni vicenda è prodotta dalla loro fantasia, i personaggi sono solo pedine sulla scacchiera. Nuovamente la fantasia capace di trasforma un semplice gioco dell’oca in una atmosfera da incubo contro la semplicità della pratica ludica donata da un più moderno videogioco.
Piccola nota a margine: col senno di poi sarebbe stato carino che ogni stanza ricordasse in maniera precisa le ambientazioni una vecchia storia di Dylan, quasi a renderlo un antologico.

Di Gregorio è autore anche della quarta storia del Dylan Dog Color horror Fest, la storia che a mio parere ha voluto sfruttare meglio le proprietà a colori dell’albo, anche in quel caso però una spiegazione ad appesantire una vicenda forse troppo complessa per la quantità di pagine a disposizione.
Ma sono sicuro che smussando gli angoli sugli spiegoni porterà nuova verve all’Indagatore dell’incubo, regalandoci future belle storie.
e parlando di Di gregorio non si può non accennare al suo "Brancaccio - Storie di mafia quotidiana" (Beccogiallo,€ 13.00) vincitore di svariati premi fumettistici. uno spaccato di vita nel quartiere Brancaccio tanto drammatico quanto purtroppo reale.

giovedì, settembre 20, 2007

orgoglione

oggi se non fosse stato per le mail dei miei amici non avrei saputo che era iniziata "l'isola dei famosi" e devo ammettere che questa mia ignoranza mi rende molto orgoglione.

e visto che ormai siamo in pieno campo trash culturale, cosa c'è di meglio che un bel video muovo del nostro pleasure man preferito: gunther

il momento clou del video al minuto 1 e 28 secondi...
attenzione può causare dipendenza

martedì, settembre 11, 2007

martedì: calcetto

come ogni martedì la sera è dedicata da buon italiano medio al calcetto.
in realtà il giorno è solo una scusa per postare la più bella pubblicità realizzata dalla nike per il calcio. Un idea geniale, e una colonna sonora azzeccatissima... e non un ultimo un Cantona carismatico come pochi attori (guardatevi la risata finale) e recentemetne ho scoperto che questi spot sono stati girati da uno dei miei registi preferiti: Terry Gilliam!

the Cage...


e il seguito: the re-match

sabato, settembre 08, 2007

i grandi ritorni

prima puntata di heroes, e grandiosa pubblictà di "nuovi" telefilm presto in onda.
si omincia con l'A-Team:


per poi passare a Magnum PI

per finire con MacGyver:


e allora rimango in attesa di:








ma soprattutto...


e nel cuore di tutti noi

venerdì, marzo 30, 2007

Supernatural



Sicuramente il mio serial televisivo preferito del momento, con buona pace di Lost (che a dire il vero non è che mi abbia mai fatto impazzire più di tanto), Dr House, CSI: Scena del crimine e altri dicendo.
Piccola sinapsi: Dean e Sam sono due fratelli cresciuti dal padre dopo l'incendio e la misteriosa morte della madre per cause sovrannaturali, inchiodata al soffitto in fiamme. Il padre è esperto nel combattere minacce sovrannaturali e istruisce i figli come suoi aiutanti, soprattutto Dean, il maggiore mentre Sam si trasferisce all'università. Un giorno il padre scompare nel nulla e Dean, convinto Sam, si mette insieme al fratello alla ricerca del padre riuscendo a trovare solo il suo diario con note su come combattere i vari pericoli.
Tornato a casa Sam trova la sua fidanzata Jessica, uccisa inchiodata al soffitto come la madre, decidendo così di unirsi a Sam nella ricerca del padre e degli assassini della ragazza per vendicarsi. Inizia da qui la serie vera e propria di questo road-serial in giro per gli Usa per i due fratelli a combattere le più diverse minacce sovrannaturali, ma sempre alla ricerca del padre. Le puntate sono tutte collegate da una continuity forte ma non invasiva rendendo in pratica ogni puntata indipendente l'una dall'altra, se non per lo sviluppo dei rapporti tra i due fratelli e i ricordi/ricerca del padre.

Come è facile da intuire leggendone la trama, il serial si può catalogare nel genere horror. Le storie si sviluppano in modo lineare, da una intro nella quale viene presentato il pericolo, all'ingresso in scena dei fratelli e le loro indagini fino a trovare il modo con cui combattere o arginare la manifestazione sovrannaturale, senza arrivare ad estremi splatterosi ma più concentrandosi sull'atmosfera e sulla tensione, un po' come il filone horror di matrice nipponica. Non mancano naturalmente nemmeno alcuni momenti di rilassatezza, con siparietti tra i fratelli Interessante l'uso della fotografia, se le parti al buio sono le dominanti come tempo, i momenti luminosi sono altrettanto inquietanti grazie ad un uso del bianco molto carico, quasi abbagliante.


E ultima nota, ma tutt'altro che secondaria: La colonna sonora.
A mio avviso semplicemente fantastica, basata su classici rock e metal, sia diagetica che extradiagetica( mii che paroloni).
Dean per rilassarsi ascolta e canticchia i Metallica e trovatemi un'altra serie nella quale la scena introduttiva di una puntata è scandita dalle note di sottofondo di "In a gadda da vida" degli Iron Butterfly.

Un semplice consiglio, guardatelo!

giovedì, marzo 29, 2007

tanti piccoli criceti


tanti picccoli cricetini
tanti piccoli e carini
ma a volte un pò cretini

ebbene sì, ormai ho una nuova dipendenza!
Mi ha colpito nel momento della giornata nel quale sono più debole: appena alzato, mentre faccio colazione e mi vesto per andare in uffcio. unico momento da teledipendente della giornata. Mi alzo e l'accendo un pò per aiutare a svegliarmi sentndo una voce alla quale non devo dare conto di risposte più o meno coscienti.
Un tempo il dito correva sul telecomando tra uno dei tanti Tg delle 8 di mattina, MTV perchè in teoria un pò di musica fa sempre bene, anche se spesso mettere mtv e musica nella stessa frase è un insulto, e qualche cartone animato.
Ma ormai il periodo dello zapping è finito: alle 8 di mattina fisso su italia1 per loro, o meglio lui: Hamtaro e i suoi Ham Ham.
Questo anime narre le improbabili avventure del criceto Hamtaro e della sua combriccola di amici.
Difficile, se non impossibile, cantare le lodi, ma nonostante questo ogni mattina devo vedere cosa combineranno i nostri valorosi criceti e dove finiranno. Naturalmetne ogni criceto uole rappresentare un membro della società ed è caratterizzato da una fissa, naturalmente non mi metterò a trovare in hamtaro una critica sociale alla nostra società, c'è quello che ha sempre un seme in mano e pesa a mangiare, quello grosso innamorato della cricetina carina, il cantautore filosfo con la chitarra e quello che dorme sempre, anche in caso di alluvione del loro fantastico Club House. Già, perchè i nostri sono anche dotati di una sedie con tavoli rigorosamente in scala.
La cosa più sorprendente di questi criceti è che sono invisibili, altrimenti non si spiegherebbe come possano aggirarsi in gruppo in luoghi pieni di persone, come durante la gita all'acquario, senza essere visti, ma questo è solo una delle tante incongruenze.
Sono carini e tenerosi da guardare... e basta!!
ma orai sono entrato nel tunnel, tutte le mattine devo vedere le nuove avventure di questi fighissimi cricetini all'avventura e il mio neurone ancora addormentato gioirà svegliandosi felice per un altra giornata.