martedì, gennaio 15, 2008

L'ultima ripresa

Il suono del gong. L’arbitro che ci allontana. Il sapore del sangue in bocca
L’ultimo attimo di respiro.

Sono stato un folle. Prima dell’incontro pensavo anche di poter vincere, far vedere al mondo chi ero, ma sono bastate poche riprese per capire che non potevo cercare altro che un onorevole sconfitta. Lui è il campione. È veloce, potente, troppo esperto per me.
Posso... devo farcela, resistere ancora tre eterni minuti.
Per i bookmakers non sarei dovuto nemmeno essere ancora qua, seduto al mio angolo, ma già nello spogliatoio a curarmi le ferite. Solo qualche folle o qualche disperato avrebbe potuto puntare su di me. Folli o disperati, in fondo la stessa cosa.

Vedo l’allenatore che mi parla. Il manager aprire bocca. La gente a bordo ring commentare.
Ma sento solo silenzio. E il sapore amaro del mio sangue a riempirmi la bocca, del mio sangue. Un sapore forte, che conosco fin troppo bene, che zittisce le grida in sussurri, so già cosa mi stanno dicendo.
Ultimi tre minuti. Sono io da solo ora. Devo stare attento a non scoprirmi, anticiparlo e rimanere chiuso, tre lunghi minuti, devo muovermi per primo, destra sinistra, veloce, jab diretto, non lasciargli spazi, coprirmi, essere imprevedibile. Non fare quello che vuole io faccia, è esperto, si aprirà per mandarmi in tentazione di colpirlo per entrare e prendermi in controtempo. Devo resistere alle sue trappole. Mirare dove è in guardia, distrarlo, prendere tempo senza lasciargli facili bersagli. Oggi non vincerà prima della fine del match.

So di aver guadagnato il rispetto di quelli che ci stanno guardando. Sempre meno disperati punteranno su di me nella speranza del grande colpo. Ora mi conoscono, sanno chi sono e di cosa potrò essere capace.

Suona il gong, Incrociamo i guantoni per l’ultima ripresa

1 commento:

Rino Gissi ha detto...

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ciao!