domenica, giugno 28, 2009

wave goodbye 2009



Ed eccomi che dopo anni, torno ad un concerto, o meglio festival all'aperto, il Gas CO festival all'idroscalo, ma più che altro corrisponde alla data milanese del Wave Goodbye Tour, l'ultimo Tour dei Nine Inch Nails esattamente vent'anni dopo Pretty hate Machine. Ultimo nel senso di ultimo, basta stop, si prende una lunga pausa dai concerti.

andiamo con ordine arriviamo verso le 16, e raggiungiamo il buon Andrea fisso a due metri dall'amplificatore di destra che ci annuncia che han già suonato due gruppi, il primo non me lo ricordo e i belladonna, e che soprattutto nels econdo caso non ci siamo persi molto, consio della canzone che passa su Virgin radio non ne faccio un dramma.


Qualche chiacchiera e via tocca ai Duff McKagan's Loaded. A sorpresa Duff è il cantante chitarrista, la musica è un bel rock n roll energico di quelli che non stancano mai, canzoni che ti prendono la prima volta che le senti seguite da un medley di canzoni "of ones of the best rock n roll band of the world" e via di Stooges, Rolling Stones e AC\DC. Ma Duff è e sempre sarà il bassista dei Guns n Roses, e da esperto del music business lo sa anche lui, e sa quello che la gente vuole. A petto nudo, imbraccia il basso e basta l'accenno a Welcome to the jungle a scatenare la folla, altro accenno a Paradise City e poi è it's so easy a concludere il concerto.
Un plauso a duff per la disponibilità nel vederlo alle transenne a stringere mani, autografi e foto ai fans senza nessun problema.


A seguire i Mars Volta e il loro rock coì progressivo, così psichedelico, così seventies, un caos sonoro che non conta se un'unica canzone lunga tutto il set o più. Un lasciarsi rapire dalla musica e sinuosi ed energici dai movimenti del cantante. Come primo vero ascolto il live non è proprio l'ideale per conoscere questo gruppo, e un recupero dei cd è d'obbligo.


si cambia completamente genere ed eccoci ai Korn, il gruppo che tra questi consocevo meglio, ma che più di tanto non mi aveva mai preso, però qualche vecchia canzone da "Follow the leader" ci sta sempre bene. E così i korn, dopo il soundcheck più lungo e la figuraccia iniziale che il suono non è a posto, svolgono il loro buon compitino, tanta potenza e il giusto show.


Ma siamo sinceri, tutti i concerti prima non contavano niente, era solo contorno, l'unica vera attesa era pr loro, o meglio lui, Trent reznor e i NIN. Reznor entra per ultimo di corsa, afferrando il microfono e dando il via al suo show.intensi, unici, un'amalgama di emozioni che ogni canzone lascia entrare nell'anima, una canzone dietro l'altra senza intervalli. Molte canzoni da The Downward Spiral, piacevolissima sorpresa anche Mr Self destruct Sono in quattro, ma tutti e quattro polistrumentisti, violenza e delicatezza si alternano, frustraione e speranza come solo reznor riesce a esprimere, intenso e commovente come sempre... non ci sono parole, le stesse emozioni di quando li vidi circa dieci anni fa, cantato dall'inizio ala fine, anche canzoni sentite una volta sola o che non sentivo da tempo, ma che mi sono rimaste dentro fino alla naturale conclusione con Hurt.

1 commento:

Susanna Raule ha detto...

cazzo se è stato bravo.
sono felice come una pasqua di non essermi persa quest'ultimo tour!