sabato, marzo 14, 2009

Valzer con bashir

Film ad animazione che racconta la ricerca del regista Ari Folman dei suoi ricordi rimossi della sua esperienza da soldato israeliano nella guerra del libano del '82.
Salito alla ribalta oltre che per la qualità e i premi vinti anche per l'uscita quasi in concomitanza, attualizzandolo, con l'operazione israeliana piombo fuso a Gaza, ma come ha affermato il regista in un intervista, con molta probabilità sarebbe stato attuale in qualunque momento vista la testa dei governanti della zona.
Un film che non è, e credo non voglia nemmeno essere, una ricostruzione analitica e documentaristica di quei giorni culminati con le stragi di Sabra e Chatila, ma il cammino nella ricostruzione nei ricordi di giovani ventenni che si sono trovati loro malgrado circondati dalla guerra.
un cammino che si rivela esperienza psichedelica e coinvolgente, nella quale i ricordi dei protagonisti sono un continuo mescolare di esperienze vissute, sogni e immaginario collettivo, come il ricordo dell'attesa sulla spiaggia con il richiamo ad "Apocalypse Now" al surf sotto le bombe. Reso il tutto grazie ad un animazione particolare, scarna a prima vista, dettagliata negli sfondi come a infondere loro sostanza e realtà al contrario grezza e volutamente macchinosa per le persone, come se in tutto ci fosse il dubbio del ricordo o del sogno. Sempre accompagnato da una colonna sonora azzeccata e mai invadente, al servizio delle scene e delle parole, fino al silenzio di fondo che lascia spazio alle parole nell'avvicinarsi ai giorni del massacro nei campi reduci, e il giusto silenzio per le ultime immagini d'epoca.
Un film toccante che lascia con l'amaro in bocca e nel cuore, raccontato da una parte sola che non giustifica se non coi sensi di colpa, di giovani ragazzi manipolati da ordini più grandi di loro, che mostra l'orrore e l'idiozia della guerra, da qualunque parte si guardi.

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