venerdì, dicembre 07, 2007

Come ogni sera

Come ogni sera guidava verso casa.
Una casa vuota dove nessuno lo stava aspettando. Non che fosse sempre stato così, per qualche tempo quella casa era stato un luogo felice, un caldo rifugio nel quale tornare la sera, dove era atteso da un dolce abbraccio.
Ma anche quel periodo finì, di quel caldo rifugio rimangono ora solo le fredde pareti ad attenderlo.
Ogni sera la stessa strada. La strada dove si vende amore e compagnia, quasi come un crudele scherzo del destino.
Ogni sera sempre le stesse donne incrociavano velocemente il suo sguardo attraverso il parabrezza dell’auto. Non si era mai fermato, forse per orgoglio, forse per vergogna, ma ormai si illudeva di conoscerle, sapeva chi e dove trovarle, la bionda, la mora. E ogni tanto qualcuna mancava, ma lui non se ne preoccupava, l’avrebbe rivista il giorno dopo.
Quella sera sembrava come le altre, quando improvvisa vicino a quel distributore di benzina la vide.
Un corpo da donna, un viso da bambina, sembrava poter avere l’età della figlia mai avuta.
Quella notte non riuscì a pensare ad altro che a quel viso innocente.
Il giorno dopo la rivide, e il giorno dopo ancora. Ogni sera rallentava sempre di più passandole davanti, fin quasi a fermarsi, ma senza farlo mai. Senza mai lasciare che gli occhi di lei potessero guardare nei suoi.
Finalmente si decise, quella sera si sarebbe fermato, ma lei non c’era.
E il giorno seguente ancora, non la vide. E così per giorni a seguire.
Chiese informazioni alla bionda e alla mora che dividevano con lei la stazione di servizio. Loro non la ricordavano, non sapevano chi fosse e dove era andata, ma lui non era un cliente, non avevano tempo da perdere.
Tornò a casa e come tutte le sere da quando lei scomparve, mangiò in cucina stretto su uno sgabello per non rovinare la tavola apparecchiata per due.

8 commenti:

Flavio ha detto...

Ben riuscito davvero il raccontino.
Ora vogliamo leggerne altri. :)

Sara Ciambotti ha detto...

Mi piace!

daphne ha detto...

che bella sta storia!
mi piace tantissimo come scrivi. e poi il gatto ciccione: è un mito!
scambio di link approvato, più che volentieri!
sei già tra i miei!

il.Benci ha detto...

grazie a tutti..fa piacere che vi piaccia...

Anonimo ha detto...

Due storie diverse:una,amara e struggente,sulla tragica realtà delle prostitute-bambine...l'altra,divertente ed ironica,del gatto gaudente.
Bravo,Angelo!

Loredana

Il Gabbrio ha detto...

Mi piace questo genere di storia, e tu l'hai resa molto bene!!!
Spero di leggere presto qualcosa di nuovo...ti linko al volo!!! : )

Anonimo ha detto...

La storia è carina perchè secca, veloce. Forse però poteva essere più secca: la prima parte mi è sembrata un pò troppo "drammatica" (casa vuota dove nessuno aspetta, "caldo" rifugio contrapposto troppo presto dalla sua parola antitetica). Renderei la prima parte più neutra.
Nella seconda, al di là della ripetizione di "fermarsi" (il racconto è piccolo e quindi le parole ripetute saltano un pò più all'occhio), mi è sembrato tutto più "cronachistico", rapido e convincente.

Ciao
Biondoe

il.Benci ha detto...

ehi grazie...
anche se il tuo commento biodoe è più complesso della storiella ^_*